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PRENDI QUESTA MANO, ZINGARO

“Prendi questa borsa, Zingaro”.
Lo so che mi sono fissata con le canzoni, ma cantare è espressione di buon umore, pertanto vada per questo incipit benché azzardato.
Anche perché ciò di cui vorrei parlarvi sono le nostre “riserve naturali”, le zone protette della nostra terra e l’accostamento che le Cocche hanno immaginato tra questi beni preziosi della Sicilia e le loro Fuoriserie: CASSATE, CASSATELLE e CANOTTE.
Ancora una volta, ma non è un caso, la creatività delle Signore Coccadoro si è soffermata su gioielli del territorio siciliano come Cavagrande del Cassibile, Vendicari, Zingaro, Torre Salsa e Pantalica.
Un viaggio lungo ed estenuante il loro, iniziato tra i sentieri dello Zingaro dove si sono immerse  tra le palme nane e hanno visitato, una ad una, le sue sette calette che sono zaffiri incastonati nell’anello del creato; da lì hanno fatto strada per raggiungere Torre Salsa e i suoi sei chilometri di terrazze di gesso e calcare a degradare fino a lambire la sabbia delle sue incontaminate spiagge; percorsa una lunga strada le Cocche sono approdate in un altro lembo della Sicilia e di questo hanno deciso di ritrarre il canyon naturale scavato nella roccia dal fiume Cassibile; nei Pantani di Vendicari si sono soffermate a guardare i fenicotteri che sostano prima del lungo viaggio verso la Tunisia; infine sono giunte a Pantalica e ad attenderle sulla soglia dell’antica Hybla c’era un poeta vecchio e stanco che ha detto loro  che “La causa vera del viaggio è lo scontento del tempo che viviamo”.
Pertanto si sono fermate, sotto lo sguardo di un Consolo le cui “pietre” narrano ancora.
Tornate a casa al termine del viaggio, tra i loro tessuti, hanno voluto celebrare quel “qui ed ora” che abbiamo l’obbligo di amare.