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QUATTRO BIBOT COCCADORO IN BARCA A VELA

Abbiamo noleggiato una barca a vela.
(Sia chiaro che sto vaneggiando, ma la finzione è il principio di una realtà possibile, pertanto a questa possibilità mi appello per raccontarvi un viaggio immaginario, sulla cresta di tutte le piccole onde che insieme cavalcheremo insieme alle nostre Bibot Coccadoro).

Il nostro skipper si chiama Frodo, ha veleggiato su tutti i mari ed è padrone dei venti e delle maree, nessuno di noi ha osato domandargli se il nome con cui si è presentato è autentico o una specie di nome d’arte.
Il fatto è che i suoi occhi azzurro cielo ingannerebbero chiunque, pertanto che Frodo sia.

A vele spiegate ci dirigiamo verso Ustica, isola distante da Palermo 36 miglia nautiche.
Se il tempo non ci gioca qualche scherzetto, in cinque ore o poco più, dovremmo approdare  al porticciolo.
Un Libeccio leggero ci accompagna fino alla banchina, dove compiuto l’attracco salutiamo un Frodo troppo impegnato sulla barca.Noi decidiamo di dedicare la nostra giornata alla visita di questo scoglio dal mare cristallino.

In paese la gente ci saluta come se ci conoscesse e i murales colorati rapiscono il nostro sguardo.
Primo fra tutti quello che riporta una scritta che pizzica il cuore: “Ci pensa il mare a perdonare i nostri inverni”.
Io e la mia Bibot Ustica abbiamo meritato questa estate.
Dopo un inverno durato un anno, il mare adesso ci regala il lusso del perdono.
Abbiamo affittato un’auto, l’isola misura poco più di otto chilometri, viuzze, roccia vulcanica e mare cangiante.
Ma a fine giornata, quando ormai è il momento di salutare l’isola, andiamo sotto il faro per specchiarci in una piscina naturale. Il sentiero non è tra i più facili, soprattutto al ritorno quando la stanchezza è  sopraggiunta, insieme al calore che fa un po’ battere le tempie.
Arrivati in porto, sulla banchina, la signora della barca accanto mi domanda dove ho acquistato la mia Bibot, la invito a raggiungerci sul nostro sito.

Frodo si è dato da fare e ci attende una cena ricca, ma si riparte subito, e la prossima tappa è Favignana.
La traversata è stata decisamente più lunga e i venti hanno giocato con le nostre vele, ma Favignana è apparsa imperativa al nostro sguardo.
Sull’isola sosteremo due giorni, sicché avremo il tempo di una occhiata più attenta, il tempo giusto per ricordarci di volere tornare a visitarla.
Noleggiate le bici, la mia Bibot Favignana e’ in bella vista sul cestino anteriore, decidiamo di fare un giro nel borgo ma le tappe sono già decise: tour delle chiese del paese, poi tanto mare a Cala Rossa e Cala Azzurra e, infine, una visita alla ex Stabilimento Florio.
Nel mezzo ci sarà tutto il resto.

Abbiamo già alle nostre spalle Favignana, un punto verde in mezzo ad un azzurro a perdita d’occhio, e Frodo veleggia verso Pantelleria.
In navigazione la rosa dei venti l’abbiamo girata tutta ma è la caratteristica spietata di questo tratto di mare.
A consolarci abbiamo il sole a poppa o a prua, le nostre travelgum dentro la nostra Bibot Pantelleria e il sonno ristoratore.
Non è stata una traversata facile ma all’approdo a Scauri abbiamo già dimenticato il peggio.
Una auto a nolo ci attende al porticciolo e subito è fuori una giostra di colori.
Siepi di ogni verde, l’elicriso giallo in fiore e la traccia continua dei muretti a secco neri e marroni.
Questa isola per noi sarà Montagna Grande, vigneti, passito e lago di Venere.
Pantelleria è mare ma anche tanta tanta terra: vigneti e cappereti che si inseguono lungo le caldere, al centro dell’isola, ai due lati di Montagna Grande; la perimetrale che lambisce l’isola e uno ad uno tutti i  suoi dammusi coi loro cappelli bianchi strisciati da tratti che sembrano scarabocchi di un bambino.
Un aperitivo in serata al porticciolo di Scauri e un buon sonno in barca.
Nella notte raggiungeremo Linosa.

Al risveglio è davanti ai nostri occhi una parete dorata e alla sinistra una montagnetta di sabbia nera sulla quale crescono, spontanei, dei meravigliosi gigli.
Resteremo in barca, l’isola è minuscola, appena cinque chilometri. Ma la sua costa, da Cala levante a Cala Ponente, e’ un incanto.
Pesci di ogni colore, piscine naturali, baie disegnate dalla furia del vento, qualche stella marina e la vacanza è terminata.
Di stelle è pieno il cielo notturno.
Un lungo ritorno, alla volta di Palermo, ci attende.
E un sacco di notti per sognare e gomme da masticare.
I ricordi di questo NOSTRO splendido viaggio li terrò in serbo dentro la mia Bibot Linosa.

Foto di Ian Keefe