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UN ALTRO MODO DI VIAGGIARE

Non è tempo di viaggi.
Ma noi abbiamo deciso di continuare a farlo e abbiamo trovato tanti escamotage.
In primo luogo abbiamo dato alle nostre Bibot nomi di città italiane e alle Baggy Bot, per insistere, abbiamo regalato nomi di città costiere, perché al turismo culturale si aggiungesse un poco di sana vita in riva al mare.
Così tra una visita ad un museo e un tuffo in una baia della costiera amalfitana, ci regaliamo i nostri sogni di viaggi.
Davanti ad una cartina geografica abbiamo immaginato quale poteva essere il luogo che ciascuna delle nostre borse avrebbe potuto visitare, quale meglio si addicesse ad alcune e quale meglio alle altre. Perché ciascuna di loro ha una personalità, una vocazione e una natura interculturale.
Non contente, abbiamo deciso di viaggiare anche insieme ai nostri pacchi che settimanalmente raggiungono svariate località.

Finora, l’itinerario più lungo è stato il Palermo-Detroit, che è stato un vero sbattimento, una settimana di viaggio tra pallet, nastri trasportatori, dogane e corrieri. Ma alla fine ci siamo gustate un atterraggio con vista sui Grandi Laghi del Michigan tutto sommato a costo ridottissimo: la nostra immaginazione.

Più semplice l’itinerario alla volta di Siena, da Palermo verso la Toscana, dove ad accoglierci abbiamo trovato moltissime C aspirate ed il meglio del Rinascimento Italiano.

Un nostro pacco si è imbarcato per Ginevra, ammiratissimo alla dogana, conteso alle frontiere, osannato non appena giunto in terra straniera. Poi spogliatosi dalle sue vesti (il packaging) e trattandosi di una borsa ci piace immaginarla a passeggio, o mentre attraversa uno dei tanti ponti, che collegano le sponde del Lago Lemano.

L’ultimo di cui voglio narrarvi è il pacco con aspirazioni metropolitane, quello che ha viaggiato alla volta di Milano. Lo spostamento, per fortuna, questa volta non è stato affatto faticoso, decollo e atterraggio, un’ora e mezza e un approdo felice nella città operosa. Più duri i giorni a seguire, durante i quali la nostra borsa non si è mai fermata: scendi dal tram e prendi la metro per poi salire su un bus e arrivare in ufficio, un ritorno frenetico a casa, per ricominciare l’indomani nella gaia frenesia di questa città malinconicamente bella.

Photo by Vitor Paladini

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